Per un attimo ho incrociato gli occhi del lattaio mentre usciva dalla panetteria.
Era lì, avrei potuto semplicemente fermarlo...
- Per far sapere loro i suoi veri pensieri?
...chiedergli un'informazione qualsiasi, offrirmi un pretesto per sentirlo parlare, vederlo reagire...
- I suoi pensieri veri?
...creare con un minimo d'artificio un'azione realmente accaduta che lo renda più interessante, un dialogo, magari un piccolo incidente provocato dallo scontro tra intenzioni opposte, di parlare con lui, di sottrarsi a me; una pietra lucente e impenetrabile incastonata nel tessuto della mia storia, l'avventura della scrittura offerta al lettore come brivido vero, brivido profondo.
- Ah, beh. Identità e realtà che lievitano da una scheggia di reale. SSSì.
Bé...
Invece mentre mi passava davanti, diretto al furgone parcheggiato in mezzo alla strada, mi sono limitato a girare su me stesso, seguendolo con lo sguardo appena m'ha passato, ma la possibilità di parlargli è stata intensa lo stesso.
La saracinesca sulla fiancata del mezzo era rimasta aperta; dentro c'erano cartoni di latte circondati da fumo risucchiato verso l'esterno dalla differenza di temperatura, che tra le cassette impilate strisciava in correnti incerte, quelle pigre che stagnano, quelle decisamente prudenti che rientrano puntando in alto, quelle d'avanguardia che si diramano verso la soglia, a sparire nell'inconsistenza, per mancanza numerica di atomi d'umidità condensata.
Ultimi commenti