A me sembra che nei brevi racconti che Llu scrive in rete, la protagonista parli sempre con qualcuno che non esiste più, almeno in quelli che leggo io, che parli con qualcuno che non ce l'ha fatta ad esistere, per qualche motivo.
"Lo sogno sempre ancora. Ti tocco. Ti bacio. Bene, in parte. Non dovrebbe capitarmi perché già mai ti cerco, non voglio trovarti.
Se ti trovassi, sarebbe altra disgrazia.
So che è vero, non voglio vederti, però i sogni non smettono."
In queste frasi leggo tensione e lotta, tra qualcuno che effettivamente non è riuscito ad essere, e l'impressione di un attimo, opposta; molto più del rimpianto per qualcuno che non c'è più, che invece come tutti sappiamo bene, è ormai accettato come il loro primo e più evidente significato.
La protagonista di Llu mi sembra presa soprattutto nel dramma sottolineato da quelle tre parole non dovrebbe capitarmi - e credo anche che in realtà lì voglia stare.
Non dovrebbe capitarmi!
Non dovrebbe capitarmi: so che davvero non voglio vederti, ma i sogni non smettono.
Il paradosso che m'affligge vuole dirmi qualcosa? - si chiede la protagonista.
Llu glielo fa dire in modo molto poetico, "qualche volta credo che sei tu chi mi sogna": a me sembra che dica che chi non esiste, chi non ce l'ha fatta ad esistere, è proprio la protagonista stessa, non certo la persona di cui il sogno torna a parlarle - io non sono stata, allora quella che oggi intercetta questi sogni paradossali non può essere che la donna di un tuo sogno, chi altro potrebbe continuare a sognarti anni dopo, quando di te non le importa più nulla?
"Io sto qui dentro come i denti storti dei bambini dentro un ferro, e i sogni non si mettono dritti".
"Io sto qui dentro come i denti storti dei bambini dentro un ferro e i sogni non si mettono dritti": sono passate pochissime righe da quando la protagonista con tre parole (non dovrebbe capitarmi) ha aperto il suo dramma, che già il racconto lo sviluppa con la bellissima immagine degli apparecchi dentali.
Secondo me la protagonista mostra così di avere già accettato che in ogni impresa fallita c'è una parte mai nata, mai esistita, piuttosto che un eroe scomparso, e prova lo stesso ad avviare un dialogo con le antiche circostanze e i paradossi attuali, nel segno dell'impossibilità ovviamente - i sogni non si mettono dritti - : per il lettore questa tensione drammatica, forse tragica, manda avanti la storia senza che possa distrarsi.
Per me il tema della velocità torna ad essere molto utile per comprendere.
Non è più la velocità della frase, di cui dicevo all'inizio della mia avventura nel testo di Llu, che attraverso l'ellissi salta i passaggi di una logica tradizionale, dando l'impressione di velocità, è invece la velocità tematica, la capacità di mostrare lo sviluppo del carattere del personaggio in poche righe, legandolo al procedere del dramma attraverso i suoi conflitti personali.
Credo anche di potere mostrare come Llu arriva in questo modo a introdurre l'altro tema del suo racconto, usando il suo stesso testo.
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