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13/01/2009

Commenti

Samuele

Io ho ben presente quali siano le sfumature del quali parli: ho avuto la fortuna di assistere alla tua presentazione in un recente barcamp mentre illustravi le tue foto in bianconero. La spazzatura in primo piano, lo sfondo con i grattacieli, ricordi?. E ho capito. E sono assolutamente d'accordo con te per quanto concerne la bellezza delle sfumature. Ti faccio un esempio molto semplice. Ho visto tante volte la Guernica di Picasso in foto, senza riuscire a capire perchè venisse definito un capolavoro. Poi ho avuto la fortuna di ammirarlo dal vivo, a tre metri di distanza, senza vetri davanti: e sono rimasto come pietrificato. E' un quadro incredibile, per dimensioni (è gigantesco e nessuna riproduzione riuscirà mai a darne un'idea) e qualità dei particolari: ogni centimetro quadrato ha un significato e una cura dei particolari che in foto non si possono capire. Ma questo non mi toglie dalla testa che il 99% delle foto che osservo sul monitor del mio computer sono assolutamente giudicabili e comprensibili al di là delle sfumature; poi siamo sicuramente d'accordo sul fatto che ci sono foto e foto. Il fotogiornalismo (del quale Cartier-Bresson è stato il padre) non ha bisogno di sfumature mentre un ritratto di Avedon vive proprio di quelle. Il nostro pensiero differisce semplicemente su quale valore dare alle sfumature: io penso che tu stia esagerando. Sono importanti ma non vitali e mai mi straccerò le vesti perchè qualcuno vede una mia foto con una risoluzione 1024x768 (orrore!!).

laPaolina

Io, per esempio, amo Bresson (e ti consiglio di vederlo "dal vivo" perchè merita molto), però il primo paragone che mi viene in mente riguardo a questa discussione è quello con la musica (argomento nel quale sono molto più ferrata...) e credo che anche un disco dovrebbe essere sempre ascoltato nella condizione migliore (cioè se non in studio, almeno in una camera adatta e con due casse molto buone) per poter apprezzare realmente le scelte dell'artista che anche in quest'ambito sono fatte di sfumature, impercettibili, ad esempio, con l'autoradio.
E' chiaro che puoi amare un artista al volo, ascoltando la melodia di massima, ma lo adoreresti se sentissi veramente il suo disco nel modo in cui lui l'ha voluto registrare, con tutti i particolari del caso. Anche nella musica, come nella fotografia, la tecnologia ha portato un abbassamento del livello generale della qualità della fruizione, dovuto in parte allo scaricamento/masterizzazione dei supporti e all'ipod e company...
Paola

Luca Sartoni

@lapaolina: non è colpa dell'ipod o del digitale in se. E' che la bassa fedeltà è più economica e molto spesso la disponibilità è più importante dell qualità.

laPaolina

Chiaro, però il supporto ti porta a perdere il momento di ascolto "dedicato" in un luogo adatto, esattamente come tramite il computer tu guardi molte più foto e in un modo meno attento.

Samuele

Il discorso è interessante. Io, per esempio, non capisco niente di musica. Ascolto e basta e non mi accorgo di queste differenze. Probabilmente (anzi sicuro) succede così anche con la fotografia.

Ma insisto: per aprezzare Volare (faccio il primo esempio stupido) cantata da Modugno e dire che si tratta di una canzone splendida non mi serve ascoltarlo dal vivo oppure in camera dicoequalcosa con il miglior impianto Hi-Fi del mondo. Mi basta il più scadente dei riproduttori MP3.

Che poi forse sto/stiamo uscendo dal discorso base...

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