Fooga-camp è stata un'idea felice.
E' stato un twit. Per favore dammi qualche paragrafo d'attenzione, per cercare di spiegarti l'analogia.
L'opinione più condivisa sul successo di Twitter, dice che nella semplicità del servizio sta il suo potenziale.
Pochi caratteri, maledetti e subito :-) Nient'altro. Ma anche la domanda di fondo, "what are you doing?", non è niente male, aggiungerei insieme ad altri.
Diceva Tommaso Sorchiotti al fooga-camp, che in questo momento Twitter è pressato da un sacco di necessità da parte dei suoi utenti, che ci hanno preso gusto e vogliono di più. Di meglio e di più.
Twitter al momento sembra volere ignorare ogni richiesta, non dimostra interesse, mi pare d'aver capito, alle tante possibili applicazioni che sono state sviluppate sulla sua semplicissima idea di base, o che potrebbero essere sviluppate.
Chi ci vorrebbe le foto, chi lo vorrebbe più integrato ad altri servizi, eccetera.
Loro niente. Per il momento sembrano avvinghiati all'idea originale, di essenzialità del servizio.
Li capisco.
C'è qualcosa di affine al gusto per gli spider inglesi degli anni '50 nell'idea di un servizio semplice ed essenziale.
Veniva dalla voglia di viaggiare, errando, dalla libertà di andarsene, aria in faccia e capelli al vento.
Ma capisco anche che oggi tutta quella scomodità non è più tollerabile, o lo è difficilmente, volanti durissimi, assetti precari, sicurezza incerta: soffocato da traffico e inquinamento, il romanticismo della strada è decisamente tramontato, servono macchine diverse.
Probabilmente il romanticismo di twitter è ancora nella sua epoca d'oro, e loro credono giustamente che al momento non occorra altro che un volante e quattro ruote.
Si vedono bene le ragioni di entrambi. Da quale parte pendere?
Il romanticismo di Twitter secondo me è quello dell'avanzo, del resto, dello scarto di lavorazione. Come i trucioli, per capirci, scarto e resto della lavorazione del legno.
Lavoriamo su informazioni e idee, ci dobbiamo concentrare per assimilarne di più, meglio, in tempi più brevi. Ci dobbiamo concentrare perché le sintesi che offriamo siano accurate, esaustive ed abbiano appeal. Il nostro valore aggiunto è la capacità di sintesi, per questo ci dobbiamo concentrare.
Con Twitter ci accorgiamo che il cervello che lavora, che si concentra, produce residui in gran quantità, scarti, avanzi. Trucioli che non valgono niente, ma che vengono prodotti lo stesso. Perchè non raccoglierli, con semplicità estrema, non so, allineandoli?
Ne viene fuori un prodotto, una specie di compensato, forse non attraente, ma estremamente utile.
C'è qualcosa di appagante a livello profondo, nella percezione che i miei scarti di concentrazione non vengono buttati via, non vengono sprecati, ma contribuiscono ad una tavola generale dei prodotti di scarto dell'attività cerebrale :-)
Per il mio cervello, che rispetto alla concentrazione funziona per bruschi on/off, è appagante leggere il twit di quelli che seguo, ma anche depositare gli avanzi scrivendone uno io.
Guarda Scoble per renderti conto! Uno dei twitter e blogger più famosi e impegnati. Guarda la massa abnorme d'informazioni che processa, sulla quale ha fatto il suo successo, guarda i suoi twit fluviali, straripanti: sono informazioni che strabordano, gocce che fanno traboccare, scarti di processi informativi.
La semplicità di twitter funziona perché si appoggia sul processo cerebrale sottostante, di recupero degli scarti di concentrazione. Una funzione chiave del funzionamento del cervello umano. Evidentemente molto appagante :-)
In questo senso, rispetto alle circostanze, il fooga-camp è stato un twit. Su scala più ampia :-)
Diamine, al concetto di scarto di lavorazione dell'attività encefalo-cognitiva non ci avevo proprio pensato.
Però mi sa che hai ragione.
Maro', quanta roba scarto.... :-D
Scritto da: Clockwise | 21/04/2008 a 10:55
Io ho uno zio che faceva il falegname e, da piccolo, non sai quante cose ho fatto con quello che trovavo per terra.
Pezzettini di legno, trucioli, ritagli di fòrmica (non l'animale) erano uno spasso.
Credo che tua abbia proprio ragione. Ora torno a divertirmi. :D
Scritto da: Felter Roberto | 21/04/2008 a 11:53
mi son letta il resto dei commenti di là nell'altro post, ora leggo questo. Mi viene da chiederti perchè queste cose non le hai detta là al twittercamp in un intervento.
la finirei con la polemica Twittercamp verso fooga-camp. Cioè voler mascherare una gita a venezia con una fuga da un posto dove si faceva e si è fatto altro giustificandosi col "noi siamo più bravi e ai tavolini del bar abbiamo parlato di cose da barcamp"
Liberi di godervi venezia. Liberi noi di fare il twittercamp. Liberi di pensare, liberi di fare.
Gigi ha solo organizzato e magnificamente (e ricordo che per organizzare c'è da sbattersi a contattare sponsor, gadget, relatori, banchetto ecc ecc. la connessione e il resto e poi ad organizzarli, a controllare ecc. a far funzionare tutto. E tutto ha funzionato.
E su questo non si può dire nulla.
Il resto è fatto dalle persone
E di belle persone ce n'erano.
Scritto da: catepol | 21/04/2008 a 12:54
(premessa: sono stata al twitcamp solo mezza giornata, sabato. Anche io sono andata a fare un giro a venezia, perchè comunque gli speech erano finiti e non c'era altro da fare, se ne stavano andando tutti.)
Con tutto il rispetto che posso avere per una persona, certi post mi fanno innvervosire: sia questo sia quello precedente. Sembra quasi un voler mettere le mani avanti: oh, non prendetevela con me perchè avevo tutte le ragioni per andarmene, il camp faceva schifo quindi me ne sono inventato un altro: il fooga-camp. Sia ben chiaro, il fatto che un capannello di persone se ne sia andato perché non ha gradito in generale il camp non è una novità, e non c'è neanche niente di sbagliato: secondo me lo sbagliato è dargli un nome e pubblicizzarlo in giro. C'era proprio bisogno? Non so, io capisco l'ironia della questione e tutta la non-stronzaggine che ci può essere dietro, ma mi sembra abbastanza ridicolo tutto sommato. Fooga-camp, addirittura "fuga"? Non so, sono veramente perplessa.
My two cents.
Scritto da: aenima | 23/04/2008 a 14:00
La tua immagine delle spider inglesi degli anni 50 è fantastica: purtroppo ricalca anche alcuni problemi che ha Twitter, capace di lasciarci a piedi da un momento all'altro, ma anche di farci viaggiare in velocità e come dici tu, col vento in faccia.
Stupendo post, capace di parlare di Twitter al di là di aspetti tecnici o pseudotali: emozione.
A presto,
Cristian
Scritto da: Cristian Conti | 07/05/2008 a 19:44
Grazie Christian, non sai che piacere mi fa questo tuo commento, davvero :)
Scritto da: palmasco | 07/05/2008 a 22:40
o ho uno zio che faceva il falegname e, da piccolo, non sai quante cose ho fatto con quello che trovavo per terra.
Pezzettini di legno, trucioli, ritagli di fòrmica (non l'animale) erano uno spasso.
Credo che tua abbia proprio ragione. Ora torno a divertirmi. :D
Scritto da: casino online | 08/05/2009 a 08:42