A proposito dei contenuti della storia di Paul, il più prudente degli autori che si sono distinti in rete per intelligenza e umorismo, io sono d'accordo con Kurai: nelle immagini c'è sufficiente valore aggiunto da configurare il ricorso al diritto di satira, di fronte all'eventuale, e temuta, anche se non ancora nemmeno ventilata, attenzione della SIAE.
Ma il giudizio non è, e non dovrebbe essere, sul comportamento di Paul.
Perché è chiaro che il Corriere ha deliberatamente infranto i diritti della licenza CC di Paul, a scopo di lucro.
(Ha usato le sue immagini per creare una galleria di pagine digitali, che partecipano a conteggiare i clic giornalieri, che, ai livelli del Corriere, determinano il valore pubblicitario delle inserzioni).
L'accordo tra gentiluomini, sulle regole da seguire in rete per una corretta attribuzione dei contenuti, che rappresenta il punto di vista e il commento di un esperto di comunicazione come Antonio Sofi su Apogeo, non mi convince per niente (anche se mi fa piacere, come riporta correttamente Webgol, che la vicenda si sia conclusa bene, con le scuse del Corriere). Ma non tutto è bene ciò che finisce bene, perché in via generale cavarsela con le scuse è un po' come dire che certe colpe sono peccati e non crimini. Per me ci vorrebbe qualcosa di più consolidato.
Io penso questo:
Paul non vuole rogne, quindi ha fatto sparire le sue immagini, dal suo blog e dal suo Flickr.
Il
punto è che Paul siamo tutti noi, e nessuno di noi vuole rogne per il
suo gioco. Ma ogni volta che il nostro gioco prende piede, e succederà
sempre più spesso - perché ci divertiamo talmente tanto che stiamo
imparando a giocare bene - succederà che per evitare rogne ritireremo
i contenuti? Ma questo non è il contrario della libertà che ci attrae
nella rete?
Non ci possono essere accordi tra gentiluomini, se
ogni volta che un'istituzione a livello del Corriere infrange a scopo
di lucro i diritti delle nostre licenze, quelli sotto esame siamo noi.
Io comprendo Paul molto bene. Non voglio rogne, sono abituato a
considerare il mio gioco qualcosa che posso smettere in qualsiasi
istante, soprattutto se mamma mi richiama ai miei doveri. Ogni volta
che mi fanno bu! per spaventarmi, però, mi accorgo che è sempre meno
vero che potrei rinunciare alla mia libertà di creare contenuti in una
rete che li valorizza.
Se avessimo già oggi un meccanismo ben
organizzato, per cui, per esempio, ciascuno dei blog che ha chiesto di
farsi registrare su BlogBabel
(sono più di 12.000), potesse versare al volo e in sincrono 10 euro a
uno studio legale, ti assicuro che poi sarebbe il Corriere a non volere
rogne in questa storia, e a pagare per chiuderla.
Sono sicuro che dal momento che Paul non vuole di certo arricchirsi in questo modo, e ne sono sicuro perché Paul siamo noi, sai quante rogne in meno avremmo da temere, se accantonassimo i soldi versati dal Corriere sul conto BlogRogne, pronti a usarli per difenderci sempre in casi come questi?
Commenti