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10/05/2007

Commenti

calais

ieri pensai, era mentira tutta quella storia del parlare in rete, i posti dove imparai a muovermi -male- qua dentro. Pensai a te pensandolo, a Gino. Pensai, Palmasco -e scrisse Parlasco- si parlava sopra semplicemente, solo si ascoltava, felice come una banana. Poi pensai forse uno si parla sopra perché non lo ferma nessun orecchio. Adesso leggo questo e mi dico, ah, bene.
Ci fu quel capitolo di ruote sottili quando il ciclista dopo 7 anni coronando sempre cime, il re della bici battuta, plof, casca nell'influenza nell'ultimo momento
:)

paola

"Non so se ti sei reso conto, per esempio, di quanto sia diventato difficile parlare, nel clima rilassato tra amici, di qualcosa che ti piace veramente, senza sentirti di colpo in uno studio televisivo a fare uno spot..."

Si, si, si terribilmente! Figurarsi poi a parlare del proprio lavoro come di una passione da condividere (il mio, in parte lo é)...sembra che voglia vendere i miei servigi! Allora il blog in questo senso funziona meglio: io scrivo le mie sensazioni, quello che mi piace, lancio un argomento, poi se qualcuno vuole dire la sua, bene, sennò, pazienza...Ma i cosiddetti amici, quelli che il blog non ce l'hanno, nn sanno nemmeno che io provo ad esprimere la mia personalità anche attraverso il blog. Prova a dire a qualcuno che di blog nn se ne intende, "ho un blog": se ti va bene si gira dall'altra parte, sennò ti ride in faccia, perché avere un blog non é una cosa seria.
Ecco, discutiamo tanto di comunicazione, ma nella vita reale é sempre così difficile!(grazie Palmasco, ottimo spunto...)
ciao

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