"John: l'anonimato ne è una parte importante, certo. Ma c'è proprio la cultura di tollerare l'espressione di battute sessualmente degradanti online.
Penso che sia un problema della tech-industry, per dirla tutta. Le donne imparano presto ad evitare i forum online (e probabilmente non si sentono sicure a prendere parte a cose come i miei Photowalking, o alle cene di geek/bloggers, il che limita la loro partecipazione in questa industria)". (sottolineato da me).
Parole di Robert Scoble nei commenti al suo post, che annuncia una settimana di astensione degli aggiornamenti, a causa delle minacce di morte indirizzate a Kathy Sierra sul suo blog, e su altri creati e posseduti da blogger famosi, tra cui su tutti Rageboy, ossia Chris Locke, co-autore del Cluetrain Manifesto (il post di K.S., la difesa di C.L.).
La sensibilità delle blogger da noi non è (ancora?) così sollecitata, né è (ancora?) altrettanto diffuso e comune utilizzare commenti sessisti degradanti, almeno fuori da certi spazi ristretti e tutto sommato minoritari, per influenza anche se magari non per i numeri.
L'altra sera per esempio ero ad una cena a Genova dove c'erano, se non sbaglio, quattro donne su venti persone, solo che erano così attive e simpatiche che sembrava una partecipazione paritaria. Però che numero è 4/20?
Durante ogni barcamp e alla fine dei lavori, si parla sempre della scarsa partecipazione femminile. Ormai è evidente a chiunque abbia partecipato anche soltanto una volta, che la spiegazione dello scarso interesse per il tech non regge, nei barcamp c'è veramente molto di più che dialogo tecnologico.
Dunque?
Forse la vicenda che segnala Scoble spiega del nostro mondo, la blogsfera italiana, più di quanto siamo capaci di percepire oggi. Qualcosa che le donne già percepiscono, magari senza trovare ancora il modo di esprimerne la consapevolezza.
Per non trovarsi in quel futuro, qualunque riflessione non può che essere utile.
beh si in effetti eravamo pochine...però da qui allo ZenaCamp possiamo sbatterci e sensibilizzare maggiormente il mondo femminile!!!
personalmente credo che la rete, se usata coscientemente, sia un buon mezzo per conoscere persone interessanti e scambiare le proprie idee!
poi le cene tra blogger sono sempre ben gradite!
Scritto da: | 27/03/2007 a 21:17
ero io anche nel commento di prima...sono un po' fusa!:)
Scritto da: valentina | 27/03/2007 a 21:18
Hai ragione, e il tuo comportamento lo prova.
Però la storia di Scoble e la minoranza esagerata di donne ai barcamp, chiedono una spiegazione un po' più profonda che un disinteresse supposto per la rete e per le macchine che permettono di usarla.
No?
Scritto da: palmasco | 28/03/2007 a 00:09
Beh, leggi l'elenco dei partecipanti al Litcamp di Torino: lì saremo al 50% mi pare. In questo caso l'argomento è specifico: si parlerà di rete e letteratura e questo potrebbe fare la differenza. Però, se analizzi le quote di partecipazione "rosa" a riviste e blog collettivi di argomento letterario, la percentuale di partecipazione femminile torna a essere esigua (almeno per quanto riguarda la produzione di articoli - se analizzi i commenti invece, la percentuale risale).
Scritto da: untitled io | 28/03/2007 a 08:59
Ma gràssie per i complimenti! :-)*
Dici cose che inducono a molte riflessioni, dovrei pensarci con calma.
Così, di getto, riguardo al caso americano posso supporre che si tratti "d'altro". Ossia, la blogger in questione è molto carina e brillante, diciamo un vero personaggio molto amato e seguito; può essere accaduto quel che capita a volte nel campo dello spettacolo (e più negli Usa che da noi). Il vero e proprio fans-maniaco che si fissa su una persona e arriva a minacciarla di morte e violenza...
Per la presenza di poche donne nei blog-raduni italiani, i motivi potrebbero essere molti; indubbiamente i discorsi meramente "tecnici" possono spaventare (o annoiare) chi non è un po' esperta dell'argomento. Pensa alle giornaliste che scrivono, ad esempio, di sport o automobilismo; sono pochine rispetto ai colleghi, e quasi tutte ex atlete/professioniste in quei campi. Se le riunioni riguardano altri argomenti, allora la presenza di solito si allarga. Immagino che al LitCamp di Torino ci saranno moltissime bloggeresse (io no, perché perché l'argomento non mi rilassa affatto, visto che è il mio lavoro quotidiano...;-D
Poi, spesso le donne hanno meno tempo a disposizione, soprattutto se sposate con prole e magari familiari anziani da accudire.
Poi, io ad esempio ho la fortuna di avere un compagno espertissimo di internet, molto più di me, e quindi ci muoviamo insieme. Ma di tante blogger che conosco, sono rarissime quelle che hanno un compagno che divida la loro "passione". Anzi, magari ne è geloso (càpita, sapessi quante volte càpita...;-)
Sarebbe interessante che allo zenaCamp una o più blogger cercassero di spiegare proprio questo...(io no, ho altro argomento ;-*)
Scritto da: Mitì | 28/03/2007 a 22:55
Lascio qui le vostre riflessioni per qualche giorno.
Sono preso dalla partenza, ci sentiamo quando mi ambiento.
A presto :-)
Scritto da: palmasco | 28/03/2007 a 23:38
Non credo che il fenomeno della scarsa partecipazione delle donne riguardi soltanto il mondo virtuale, le donne sono quasi sempre in minoranza ovunque sia richiesto un impegno che sottragga molto tempo alle loro giornate. Dice bene Mitì, quasi sempre le donne sono impegnate in prima linea su molti fronti, troppi, e troppo spesso non resta neanche il tempo per valorizzare questa loro capacità di fare cento cose contemporaneamente.
Non vorrei infilarmi nel ginepraio delle rivendicazioni femminili, ma continuo a pensare che al di là delle medesime opportunità offerte teoricamente a uomini e donne, la nostra società continua ad essere improntata sul modello maschile e sulle esigenze degli uomini più che su quelle delle donne.
Siamo diversi non solo per le caratteristiche di uomini e donne di cui si sente parlare continuamente, ma lo siamo anche perché gli uomini sanno vendersi molto meglio delle donne e questa capacità, in una società nella quale si fa commercio persino dell'aria da respirare, non può che essere una politica vincente.
Scherzando con mio marito lui mi chiede per esempio provocatoriamente per quale motivo i grandi cuochi siano uomini e non donne a cui dalla notte dei tempi è sempre stato affidato il compito della cucina. Io rispondo che le donne si accontentano di essere grandi cuoche per la propria famiglia mentre gli uomini hanno sempre bisogno di rendere straordinaria, visibile ed economicamente redditizia ogni loro capacità.
Scritto da: viscontessa | 29/03/2007 a 09:13