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02/04/2006

Commenti

Effe

non credo che si scriva nei commenti di Llu qualunque cosa passi per la testa, ma credo invece che tu abbia lanciato con precisione un tracciante: la mimesi.
Si risponde alla libertà con la libertà, (dico: facendo sentire il suono del mare anziché scrivere "mare")
Questo credo accada nei commenti ai post di Llu.
Questo credo sia accaduto anche nelle tue righe, che ritengo necessarie e che ho letto avido per l'oggetto e per chi l'ha scritto, e per Santiago e per il sidro, e per voi due soprattutto.

(io non so dire nulla delle scriture, sei tu che hai l'orecchio assoluto. Io non so dire nulla delle scritture, e di quella di Llu penso non si possa dire veramente nulla, non direttamente, ma solo in modo obliquo, diagonale, perché la sua scrittura è sinusoidale, si alza e si abbassa, si avvicina e si allontana, e quando si avvicina si può cercare di essere lì, nel punto di tangenza, e e poi nient'altro, che già ti sfugge tra le dita)

demetrio

anche io penso sinceramente così.

nel senso che quello che mi colpisce di Llu non è la scrittura: può suonare esocita la prima volta che la leggi, la seconda, ma poi ti abitui.
E' un po', se vuoi, il tema dell'esotico: arrivi in un posto vedi due palme due datteri due noci di cocco e ti sembra che sia un altro mondo. Dopo tre giorni, se il tuo stato d'animo è ben disposto, quelle palme datteri e cocchi ti sono diventati familiari.
Io certe volte penso che alcuni arrivano all'epidermide di llu al suo lato esotico, mentre nessuno si metta a cercare la polpa.

La sua è una deflagrazione secondo me. Le immagini di Llu non so bene come spiegarlo, le immagini che usa per dire le cose, hanno per me la stessa potenza che sento guardando cetri quadri: all'inizio pensavo al surrealismo, questa versione liquida fittizzia e infrasottile della cose, poi ho pensato all'informale.
E penso che l'immaginario di llu stia in questa doppia tensione.

d.

bri

in qualche modo, la scrittura di llu mi ricorda il "flusso di coscienza", quell'andare a seguito dei pensieri, quel seguirli ed abbandonarli di colpo e poi quel tornarci sopra in una spirale che è la spirale della vita, delle passioni, delle cose che capitano e di quelle che solo "pensi" o "immagini".
Ti succede, all'inizio, di essere colpito da un suono che hai già sentito dentro, che ti rimbomba come il jambee nella percussione di un pezzo senegalese o come un tamburello leggero o le bacchette sui piatti.
Poi succede che la rileggi e i piani si scompongono, diventano multipli e i significati si ampliano, diventano universali, amore, morte, distacchi, dolore, perdita.
Sguardo acuto, languido, ardente, spiazzante, a volte divertito.
Le ho sempre detto che la sua scrittura si dipana con grazia, furia e passione e anche rabbia, magari, e dolcezza e allegria, e...
Sono sempre di questo parere.
E' come se avesse un dono speciale, il dono di dare eco, in un modo assolutamente originale, a quello che già hai dentro, ma a cui non hai saputo dare parola.
Leggerla è un piacere costante ed un grido nello stesso tempo.
Non so dire delle "scritture" della sua so dire così.

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