Il Boeing 747, famoso col nome di Jumbo jet, e` di gran lunga il piu` comodo degli aerei da rotte lunghe.
In cabina ha spazi ancora praticabili, a differenza dei suoi successori disumani.
Mi piace volare con British Airways perche` usa ancora i Jumbo.
C’e` la grande gobba a prua, lo spettacolare e unico secondo piano da raggiungere attraverso la tipica scaletta a chiocciola, invenzione di sicuro richiamo mitologico per la civilta` di bambini che ha amato il double decker bus londinese e ne ha fatto una delle sue icone.
Credo che il viaggio di Sam da Milano a New York sia iniziato veramente a Heatrow, davanti allo spettacolo per lui quasi pauroso della turbolenza dell’aria dietro il jet di coda dell’enorme Jumbo parcheggiato davanti a noi.
Senza che lui lo sappia deve molto di questa esperienza al modo inglese.
C’era un divanetto davanti alla grande vetrata dell’aeroporto di
Londra, per il resto impossibile da distinguere da ogni altro grande
aeroporto del mondo.
A due posti, con le gambe di legno, le stoffe a disegni geometrici
intrecciati, di color terracotta scura, dall’aria molto casalinga,
strapazzato, un divanetto trasportabile che infatti arriva dal bar li`
vicino, piazzato con semplicita` e gusto inglesi proprio di fronte
all’immensa vetrata sui parcheggi degli aerei, e sullo spettacolo,
abbastanza insolito per dei cittadini, degli enormi spazi liberi
necessari, sullo sfondo decolli e atterraggi su piste dedicate, da
osservare sorseggiando un the caldo o un caffe`.
Con un colpo fortunato noi ce lo siamo accaparrato, l’abbiamo
affiancato con due poltroncine e qui Sam ha avuto il tempo e l’agio di
entrare nel dettaglio della turbolenza, mettendolo a fuoco tra la
sterminata veduta di fronte a noi (che altrimenti gli sarebbe stato
impedito dai continui richiami dei genitori, dovuti alla sporcizia
estrema delle cornici delle vetrate esterne negli aeroporti, dove tutti
mettono i piedi e abbandonano i propri scarti, da cui tenersi lontani,
visto che tutti, ma propri tutti, amano trascorrere le lunghe attese
negli aeroporti guardando l’unica cosa che conta veramente in quei
posti: lo spettacolo della luce che cambia in queste immense estensioni
cementate, e le impressionanti macchine volanti che le percorrono.
Credo che Sam sia arrivato da Macey’s, a New York, per la rituale
fotografia sulle gambe di Santa, con in testa la stessa confusione
molecolare che si ritrova nell’aria per le turbolenze di calore dietro
i motori dei jet.
Tra la differenza di fuso orario e le fatiche di un viaggio che
comunque dura una ventina di ore scomode, e l’affollata presenza di
tanti Santa di ogni etnia e colore proprio fuori dalle porte di
Macey’s, e nelle orecchie contro ogni evidenza e desiderio, il soffio
costante del fratello di otto anni, che da quando sa lo bombarda con
l’informazione che Santa non esiste, con frequenza maggiore dei
commercials sulle tv private.
Che confusione per Sam!
Percorriamo quindi i corridoi riccamente decorati di SantaLand, lo
spettacolare mondo di elfi e giocattoli creato all’ottavo piano di
Macey`s per grandi e bambini, fino a una delle otto grotte create per
il pubblico, dove Santa sta seduto con la sua grande barba bianca e il
vestito rosso, il cappello e il pancione su una panca, aspettando i
bambini che si accomodano sulle sue ginocchia, mentre un elfo scatta la
foto digitale da ritirare all’uscita, con cornice e cartoncino 10’x 7’
per $13.99 (quest’anno).
Noi ne abbiamo cinque, una per ogni anno.
Durante l’implacabile fila, e dire che quest’anno siamo arrivati
proprio all’apertura, alle nove, sfruttando il vantaggio della sveglia
anticipata dal jet leg, Giuseppe R., il fratello maggiore di Sam, opera
il trucco che mi lascia sconcertato: cosa mi consigli di chiedere a
Santa per Natale? – mi chiede.
(- Ma come... ma non hai detto che quest’anno non volevi per niente al mondo fare la foto?
- Ma se non volevi nemmeno mettere piede da Macey`s!
- Ma se non c’e` verso di farti smettere di dire di nascosto a tuo
fratello che Santa non c’entra nulla coi regali, anzi non esiste
proprio...)
Ma non ho detto niente, ovviamente.
Mi sono limitato a un blando consiglio su un possibile regalo, sorridendo.
Sam invece, con le sue turbolenze e a causa della sua eta`, non e` stato in grado di prevedere l’evento, di orchestrarlo, e quando Santa gli ha chiesto cosa vuole per Natale, come fa sempre e con tutti i bambini, e` rimasto boccheggiante e confuso;suo fratello tra l’altro, sull’altro ginocchio, aveva appena esibito una magnifica richiesta (!) che tutti abbiamo sentito distintamente, e quindi il povero Sam non ha trovato di meglio che sparare un insignificante “un puzzle” di cui ancora si pente, con suo grande rammarico inconsolabile e nostro sfinimento, per la paura che tra tutti i possibili regali, Santa gli porti davvero un puzzle...
Ma allora, e` lui o non e` lui?
palm.
buon natale. semplicemente.
Scritto da: demetrio | 25/12/2004 a 12:10
Siamo con il fiato sospeso, cosa avrà infine, ricevuto Sam per Natale?
Baci e auguri per un anno di pace e di cose che desiderate per voi e i vostri figli.
Fatima
Scritto da: fatima | 28/12/2004 a 12:42